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La dieta nella sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) | Nutrizionista Bergamo e Pavia


Con il termine “sindrome dell’ovaio policistico (o pcos)”, si intende un complesso di sintomi derivante da uno squilibrio ormonale di donne in età feritile.

I sintomi


Il quadro clinico prevede una grande variabilità di sintomi, tra i quali, i più ricorrenti sono:


  • irregolarità ovulatorie e mestruali (amenorrea, cicli anovulatori, ritardi del ciclo…)

  • segni clinici di iperandrogenismo (ossia presenza di ormoni maschili) come irsutismo, acne, maggior tendenza all’obesità e in particolare ad accumulare grasso a prevalenza addominale (come di solito si ritrova negli uomini)

  • presenza di cisti ovariche di dimensioni variabili


Tutti questi sintomi sono associati quindi alla produzione e secrezione di ormoni androgeni (maschili) in quantità variabile.


Squilibri ormonali


Gli squilibri che questa patologia può portare sono quindi sia di tipo riproduttivo (se ho cicli anovulatori ovviamente questo influirà sulla mia capacità di avere figli), che di manifestazioni fenotipiche maschili come l’irsutismo (squilibrio iperandrogenico), sia squilibri metabolici. Ovviamente si possono presentare tutti e tre assieme oppure no.


Noi indagheremo in particolar modo sugli squilibri metabolici e sulle loro conseguenze.


Il grasso addominale espone ad un rischio maggiore di dislipidemia (aumento dei trigliceridi e del colesterolo LDL), ipertensione, diabete durante e al di fuori della gravidanza, patologie cardiovascolari, preeclampsia.


La correlazione metabolica più diffusa, più problematica ma in definitiva più gestibile attraverso lo stile di vita è l’insulinoresistenza: è presente nel 40% dei casi di donne normopeso con PCOS, e ben nel 72% dei casi di donne obese con PCOS.

Ciò significa che le cellule hanno una ridotta affinità per l’ormone pancreatico (deputato a ristabilire i corretti livelli di glucosio ematico), che quindi rimane in circolo più del dovuto causando:


  • iperglicemia

  • aumento trigliceridi e colesterolo

  • diminuzione del colesterolo buono

  • lipolisi più difficoltosa (ossia ho + difficoltà a dimagrire)

Come possiamo agire con l’alimentazione?


Prima di tutto cerchiamo di recuperare il nostro peso forma. In casi di eccesso ponderale è ampiamente riconosciuto che la perdita di peso porti a un netto miglioramento della PCOS e di tutte le manifestazioni correlate.


Ma dato che abbiamo visto che per le donne in questa condizione è più difficile dimagrire, cosa possiamo fare?


Dobbiamo adottare un’alimentazione a basso carico glicemico, volta a creare quelle condizioni e quegli stimoli metabolici che frenino l’immissione di zuccheri e di insulina nel sangue, perché dobbiamo anzitutto affrontare l’insulinoresistenza.

Infatti, un’alimentazione che prevede un rilascio di insulina lento e graduale, si riflette sulla produzione ormonale influenzandola positivamente e migliorando inoltre la capacità riproduttiva, dal momento che i cicli anovulatori sono proprio causati in primis dall’insulinoresistenza.


Ovviamente sarà ancora meglio se oltre a curare il lato alimentare, si curerà in toto lo stile di vita: corretta assunzione idrica, sport adeguato (che oltretutto migliora l’insulinoresistenza), no fumo/alcol, riposare bene almeno sette ore per notte.


Un a cosa molto importante da precisare è che non bisogna confondere un’alimentazione a basso carico glicemico con l’indice glicemico.

Quest’ultimo infatti esprime la velocita di aumento glicemico nel torrente ematico data da un singolo alimento, mentre il carico glicemico conta anche (ed è molto più importante) la quantità di carboidrati per pasto, determinando la riposta insulinica in toto.


Quindi preferire cereali integrali in chicco, bando ai carboidrati raffinati, pochissimi latticini (che ricordiamo pur non essendo zuccherini alzano l’insulina), verdure, legumi, frutta (intera, no ai succhi), proteine magre (preferibilmente pesce, uova e carni bianche). Occhio anche a non trascurare i grassi, che sono molto importanti per favorire una corretta funzionalità ormonale nella donna.


Dott.ssa Giorgia Visentini

Biologa e Nutrizionista

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